Polizia, ricerca su trappole della rete per ragazzi: Quanto condividi?

E' stato presentato, presso il Polo Anticrimine Tuscolano della Polizia di Stato, alla presenza del Capo della Polizia Franco Gabrielli, lo studio "Quanto condividi?" realizzato dall'Università Sapienza di Roma e dalla Polizia Postale e delle Comunicazioni con la collaborazione del Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità, sui pensieri, le emozioni e le
convinzioni che i ragazzi esprimono quando si confrontano con i comportamenti illegali in rete. L'indagine ha riguardato 1.874 ragazzi tra gli 11 e i 19 anni. Dalla ricerca emerge che il web nell'immaginario dei ragazzi assomiglia ancora ad una terra di nessuno dove quelle azioni semplici sono considerate reversibili legali e in grado di generare solo piccoli dolori alle vittime. Solo nel 36% dei casi i ragazzi delle scuole superiori dimostrano di comprendere che video o immagini postate abbiano un pubblico potenzialmente globale ed eterno quando immesse in rete. Se si è vittima di reati on-line, i genitori per 7 ragazzi su 10 sono i primi a cui chiedere aiuto, soprattutto per i più giovani, mentre tra i più grandi ben 6 ragazzi su 10 cercano conforto nei coetanei e per 5 ragazzi su 10, indipendentemente dall'età, la scelta sarebbe delle forze dell'ordine. Dai risultati della ricerca è nato il "toolkit safe web" della Polizia Postale, uno strumento per insegnanti e genitori contenente le norme di legge e le caratteristiche principali della rete e dei social. Durante il convegno è stato mostrato un filmato relativo alla testimonianza di una ragazza vittima di sexting.

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