"E' plausibile che le immagini di natura sessuale trovate nel computer dell'imputato fossero dei pop up (file scaricati autonomamente dalla rete, ndr) in quanto si tratta di file temporanei". Lo ha detto ieri mattina un agente della polizia postale e delle comunicazioni nella penultima udienza del processo a carico di don Riccardo Seppia, il parroco della chiesa dello Spirito Santo di Sestri
Ponente arrestato nel maggio scorso perchè accusato di avere molestato sessualmente un chierichetto, di avere tentato di adescarne altri due anche offrendo cocaina e di avere ceduto droga. Secondo il legale di Seppia, l'avvocato Paolo Bonanni, "non ci furono abusi sessuali, ma tentativi di approccio che poi non andarono a buon fine proprio perché lo stesso Seppia si tirò indietro". Ma per i giudici del Riesame, che rigettarono la richiesta di arresti domiciliari, "l'attrazione morbosa verso i ragazzini non sono mere fantasie, ma si concretizzarono anche in contatti fisici". Il processo è stato aggiornato per la sentenza al 3 maggio dal gup Roberta Bossi. Nel corso dell'inchiesta gli inquirenti sequestrarono il suo computer, trovandovi in memoria immagini hard. Il pm Stefano Puppo ha chiesto 11 anni e 8 mesi di pena, il difensore l'assoluzione.
Via: AGI
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